Hai visto la nuova emoji che abbraccia il cuore? Ideata Mark Zuckerberg per accorciare il distanziamento sociale e potenziare l’espressione delle emozioni
Comunicazione dal vivo
Una delle cose che ci manca di più in questo periodo particolare che stiamo affrontando è la comunicazione dal vivo, qualcosa che nella vita di tutti i giorni diamo per scontato e che oggi stiamo comprendendo (se mai ce ne fosse bisogno) quanto sia importante. In questo momento così difficile per tutti stiamo davvero, forse per la prima volta, sperimentando cosa sia un network sociale e sempre più persone si stanno spostando su piattaforme multimediali a distanza e su procedure di lavoro digitalizzate.
Smart Working
E’ vero che stiamo imparando un po’ tutti a fare riunioni in modalità virtuale o videochiamate di lavoro, ma è inevitabile che in momenti come questo, di isolamento sociale, la maggior parte delle nostre comunicazioni passa attraverso la rete in forma scritta. In una intervista rilasciata a digitaltrends.com (testata specialistica del mondo digitale), la Dott.ssa Moitree Banerjee (docente senior dell’Università di Chichester – – Regno Unito) parlando proprio della mole di comunicazioni scritte prodotte in questo periodo ha affermato che è necessario prendere coscienza di quale sia il limite di questa modalità: la mancanza di aspetti fondamentali come il linguaggio del corpo, le espressioni del viso e la modulazione della voce.
Comunicazione on-line
Tenuto conto di ciò, di quanto cioè la comunicazione scritta (principalmente via email) sia meno completa e possa portare a interpretazioni errate dei messaggi, qualcosa che fino ad oggi viene ritenuto non appropriato in ambito lavorativo come le emoticon potrebbe diventare, sempre secondo la Dott.ssa Banerjee, la nuova barriera da infrangere. Certamente non si tratta di utilizzare nelle nostre comunicazioni lavorative decine di icone che rappresentano fiori o simpatici animali, ma di inserire laddove necessarie quelle che rappresentano le emozioni più semplici e universalmente comprensibili (ad esempio il sorriso ? o la faccina dispiaciuta 🙁 ).
Come scrivere una mail
Immaginiamo di scrivere una mail ad un collega, nella quale vogliamo esprimere la volontà di ridiscutere qualcosa su cui non siamo allineati e, con un intento molto sereno e collaborativo, usiamo queste parole:
Secondo me così non funziona. Parliamone
Una comunicazione come questa potrebbe essere interpretata come un’asserzione piuttosto decisa o addirittura come un messaggio di chiusura.
A volte si scrivono poche parole, o si utilizzano espressioni che dette a voce sarebbero poco più che modi di dire, confidando nella capacità di “decodificarci” di qualcuno che ci conosce, come un collega di lavoro. Nella situazione dell’esempio precedente, l’intenzione collaborativa del messaggio sarebbe stata meno equivocabile se fosse stata usata la frase seguente:
Secondo me così non funziona ?. Parliamone
Questo è il limite che la docente dell’Università di Chichester consiglia di oltrepassare per formulare una comunicazione scritta più ricca e chiara, che però presuppone una presa di coscienza dei limiti di una trasmissione fatta di sole parole e di conseguenza delle variabili di una comunicazione efficace.
Link alla pagina dell’intervista: https://www.digitaltrends.com/cool-tech/use-more-emojis-working-from-home/