Con Feliz Navidad di José Feliciano, nell’augurare buon Natale a tutti, vorremmo lanciare uno spunto di riflessione: una persona meno fortunata di altre, priva sin dalla nascita di un senso come la vista, diventa una star mondiale.
Le feste sono iniziate e con esse sono in arrivo tutta una serie di canzoni natalizie, alcune della tradizione, altre più recenti, ormai divenute anch’esse veri e propri classici. Una delle canzoni pop più trasmesse durante il periodo natalizio è Feliz Navidad di Josè Feliciano.
Chi è questo grande artista? Un portoricano, cieco dalla nascita, emigrato negli USA da bambino che per guadagnarsi da vivere suonava con uno zio qualunque cosa, persino le scatole di latta. Una persona che ha unito la passione per la musica, alla dedizione, alla tenacia e alla costanza nello studio. Poco più che ventenne diventa un polistrumentista, cantante e soprattutto chitarrista apprezzato in tutto il mondo, una specie di idolo del Pop del continente americano degli anni 60 e 70.
Alla cecità di Josè Feliciano vanno aggiunte condizioni, come quella di emigrante, di persona che vive lontano dalla propria famiglia, quindi di certo non in una situazione ideale. Cosa c’è nella sua storia, come in quella di altri personaggi (pensiamo a Stevie Wonder) che ne ha fatto una star e un esempio da ricalcare e da “modellare”?
Ogni essere umano ha un’infinità di risorse che può utilizzare per fare il meglio nella propria vita. Non tutti gli esseri umani si concentrano sulle risorse che hanno, spesso ci rammarichiamo per ciò che non abbiamo. Funziona?
Quanto siamo efficaci se continuiamo a dire o a pensare: “non ho un reddito che mi soddisfa”, “non ho la possibilità di fare una certa cosa”, “non sono capace di…”? José Feliciano si è concentrato sul suo udito, per ascoltare ed imparare da autodidatta la musica, sulla sua passione proprio per la musica, sulle sue mani e il suo tatto, per fare pratica sugli strumenti… non su quella vista che non ha mai avuto.
Ernest Hemingway, nel suo romanzo “Il vecchio e il mare”, scrisse: “Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai.”. Questo è il punto: utilizzare al meglio le nostre risorse, i nostri punti di forza (tutti ne abbiamo) lasciando uno spazio solo residuale a quello che non abbiamo, perché servirebbe davvero a poco occuparsene.
La PNL è lo studio di come funzioniamo, e il presupposto chiave della PNL è quello che le persone hanno tutte dentro di sé le risorse di cui hanno bisogno e il suo obiettivo è dare a tutti gli strumenti per utilizzare pienamente queste risorse, liberandole da ostacoli e convinzioni limitanti come i tanti “non” (non posso, non ho, non sono capace, etc.). Questo è ciò che si apprende in un corso di PNL.
Vuoi sapere come?