I Medici e la PNL – Prima Parte

I Medici e la PNL – Prima Parte

I Medici e la PNL – Prima Parte – Saper comunicare è una cosa importante non soltanto per chi di mestiere fa l’oratore, il formatore, il politico o mestieri simili, ma lo è anche sempre di più per figure professionali come maestri, insegnanti, professori universitari ed anche in particolar modo per i medici.

È così importante per un medico saper comunicare in modo adeguato con i propri pazienti?

La risposta è SI!

Saper comunicare (che è diverso da parlare!) con la PNL è cosa fondamentale perché s’impara a dare valore alle parole (VERBALE), s’impara a dare la giusta intonazione, il ritmo e le pause alle frasi (PARA VERBALE) e s’impara la gestualità e il movimento del corpo per rendere la nostra comunicazione ancora più efficace (NON VERBALE). La cosa importante è ricordarsi che ogni parola influisce sulla neurologia e quindi sullo stato d’animo ed il comportamento dell’interlocutore, ma non solo, si deve calibrare bene chi si ha di fronte, leggere attentamente il paziente o chi deve ricevere una risposta medica soprattutto di un certo peso e poi COMUNICARE. E’ qui che ancora assume più valore il presupposto della PNL che dice: “non conta ciò che si dice ma COME lo si dice”.

Facciamo un esempio semplice ma diretto. C’è un paziente che deve ricevere una risposta di esami importanti, si trova nello studio del medico, ha una postura curva, chiusa su stessa o assorta persa nel vuoto, che esprime chiaramente ansia e paura dell’esito. Entra il medico, non curante di tutto ciò, resta in piedi e con un tono che non rispecchia minimante lo stato del paziente, gli da la risposta cruda, secca senza dare importanza all’impatto che ciò che sta dicendo influisca sul paziente, gli da questa risposta non dando valore alla persona. Il soggetto non solo prende questa risposta come un macigno, ma nella sua mente iniziano a correre pensieri sulla propria vita che accelerano un processo che porta solo ad un collasso emotivo.

Ora invece facciamo un esempio opposto. Il medico entra in studio, fa attenzione e da importanza alla persona, magari tenedole una mano sulla spalla e guardandola negli occhi, poi magari si siede e con tono pacato gli comunica nel modo più semplice e sensibile la risposta. Tutto ciò fa sentire il paziente pieno di attenzione, si sente valorizzato perché chi ha di fronte ha capito come si sente e cosa prova. Sembra banale, ma ciò può fare un’enorme differenza, così in campo medico come in altri campi. Quello che un paziente si aspetta da un medico oltre che professionalità è proprio quel tocco di “umanità”. Pensiamo come questo cambio di atteggiamento adottato ad esempio anche dalle infermiere negli ospedali possa far sentire diversamente un paziente.

Prendiamo i Dottori Clown che “lavorano giocando” con i bambini malati nelle corsie di ospedali, che strappano sorrisi e risate e alleggeriscono il peso di una malattia di un verdetto che sappiamo benissimo quanto possa pesare, possiamo solo immaginarlo. Patch Adams lo ha capito e ha reso differente un ruolo, ha cambiato un meccanismo semplicemente cambiando approccio, cambiando il suo modo di comunicare non solo con le parole. Sia nel campo medico come nella vita di tutti i giorni un semplice cambiamento teso ad un miglioramento è facile, veloce ed efficace ma soprattutto è virale.

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